Franco Milani è presidente della Pro Grigioni italiano e membro del Consiglio regionale della CORSI. Abbiamo raccolto le sue considerazioni sul plurilinguismo, il servizio pubblico dei media e la salute dell’italiano, in vista dell’evento con i tre consiglieri nazionali Candinas, Giacometti e Pult in programma il 23 febbraio 2021 alle ore 20:00
Pochi giorni fa il Canton Grigioni, nell’ambito del programma di Governo 2021-2024, ha reso note delle nuove soluzioni per la promozione del plurilinguismo, in particolare l'istituzione del servizio di coordinamento "Amministrazione plurilingue" e la presentazione di 80 misure concrete. Di che cosa si tratta? È un passo importante nella promozione dell’italiano e del romancio a livello cantonale?
“Dall’entrata in vigore della Legge cantonale sulle Lingue (2008), l’attività delle organizzazioni linguistico-culturali come la Pro Grigioni Italiano è regolata con accordi di prestazione quadriennali che servono da filo conduttore per la definizione e il finanziamento delle attività che difendono la lingua e promuovono la cultura italiana nei Grigioni. Nei prossimi mesi verranno definiti gli accordi per il quadriennio 2021-2024. Rispetto alla prassi in uso nel passato, il Cantone ha imboccato una nuova via per individuare i compiti più importanti da inserire in questi mandati, basandosi su un rapporto del “Zentrum für Demokratie” di Aarau e su una seconda analisi, realizzata da una ditta di consulenza esterna, che ha redatto un catalogo di misure da prendere in considerazione. È così che le riunioni e gli incontri fatti nel corso del 2020 hanno generato le 80 misure d’intervento recentemente presentate. Queste misure sono importanti perché dimostrano la volontà del Governo di realizzare dei progetti utili per migliorare la situazione linguistica nei Grigioni e mettono in evidenza le priorità da seguire nei prossimi anni. Fondamentale sarà ora tradurre il maggior numero di proposte in azioni concrete ed efficaci che dovranno verosimilmente essere applicate su più fronti”.
Qualcuna di queste misure riguarda esplicitamente il rapporto con i media?
“Sì, nel Cantone dei Grigioni il servizio d’informazione in lingua italiana è insoddisfacente specialmente per questioni di rilevanza cantonale; per migliorare la situazione sono stati indicati alcuni interventi nel catalogo. In primo luogo è necessario creare un servizio di coordinamento per gli organi d’informazione del Grigionitaliano sviluppando ad esempio una struttura simile alla Fundaziun Medias Rumantschas. Poi è auspicata una maggiore collaborazione con i gruppi di interesse e con i media di lingua tedesca, verificando le concessioni e l'efficienza del servizio ATS. Andrà poi esaminato l'accordo con la RSI, che riguarda il numero e la tipologia di trasmissioni e contenuti dedicati al Grigionitaliano. La SRG SSR deve tenere conto delle esigenze linguistiche, culturali e di politica sociale del Cantone”.
Lei è anche membro del Consiglio regionale della CORSI. In generale considera buono il rapporto con il servizio pubblico (RSI, ma anche SRF) e quanto viene proposto nelle programmazioni è sufficiente per la valorizzazione di quanto riguarda il Grigionitaliano?
“Come specificato nella risposta precedente, il Grigionitaliano beneficia - come le altre regioni del Paese - dell’offerta RSI, che però garantisce una buona copertura soprattutto per le notizie a livello nazionale e internazionale. Anche l’informazione a livello locale (le notizie di valle o di comune) è generalmente garantita. È specialmente l’informazione a livello cantonale ad avere dei margini di miglioramento. Il prossimo passo da fare – utile per entrambe le parti - è quindi una verifica dell’accordo dei Grigioni con la RSI”.
Questo anno di pandemia ha influito in qualche modo sulla promozione del plurilinguismo nei Grigioni?
“La pandemia ha mostrato la fragilità del plurilinguismo nel cantone dei Grigioni. Le direttive e i comunicati stampa del Cantone non sempre sono stati pubblicati in contemporanea nelle tre lingue e ciò ha suscitato un certo malessere, specialmente nelle prime fasi dell’epidemia. Inoltre la nostra associazione ha dovuto rielaborare l’offerta culturale rivolta al pubblico, con altre modalità di fruizione. Abbiamo potuto però concentrarci su altri settori, come l’editoria e il rinnovo del portale internet (www.pgi.ch). La questione della scarsa promozione del plurilinguismo ha radici lontane, anche se il problema non è a livello legislativo, bensì applicativo. Le leggi ci sono, ma è la loro applicazione ad essere spesso insoddisfacente. La nostra situazione non ha purtroppo ancora il livello raggiunto negli altri cantoni plurilingui, come Friborgo, dove è scontato utilizzare sempre sia il francese che il tedesco”.
Cambiamo argomento, ma restiamo in tema di servizio pubblico dei media: le controverse misure di risparmio annunciate dalla SSR in tutte le sue unità aziendali, che vanno a toccare in particolare l’offerta culturale, stanno riaccendendo il dibattito sul finanziamento del servizio pubblico. In una recente intervista il presidente nazionale dell’Alleanza del Centro Gerhard Pfister ha parlato con toni favorevoli dell’iniziativa per dimezzare il canone. Lei che cosa ne pensa?
“Una cosa sono le misure di risparmio, un’altra è la garanzia del servizio pubblico. Dev’essere possibile contenere la spesa continuando a fornire un servizio che rispetti la missione della SRG SSR. Nella sua strategia, l’azienda vuole giustamente apportare alla popolazione svizzera un valore aggiunto personale e sociale, in quattro lingue e in tutte le regioni del Paese. Come associazione culturale la Pro Grigioni Italiano è perfettamente in linea con questi principi e si batte assieme alla SRG SSR per tenere conto delle peculiarità di un Paese quadrilingue”.