Che cosa interessa al pubblico italofono in Svizzera quando guarda TV e radio? E come giudica il servizio pubblico mediatico? Quest’ultimo si spende a sufficienza per la promozione dell’italiano nel Paese e il canone, perché pagarlo?
In vista del Convegno “Italofonia e il ruolo del servizio pubblico dei media” che si terrà a San Gallo sabato 7, nonché alla luce dell’iniziativa popolare “200 franchi bastano”, che chiede una riduzione del finanziamento della SSR, la CORSI ha promosso un sondaggio online per comprendere cosa chiedono e cosa pensano gli ascoltatori sull’offerta radiotelevisiva e online della RSI.
Al sondaggio hanno risposto 160 persone italofone residenti non solo nella Svizzera italiana ma anche oltralpe e appartenenti a diverse fasce di età (ad esempio, circa un quarto di coloro che hanno partecipato al sondaggio cadono nella categoria dei “Millennial”, che oggi hanno tra i 26 e i 40 anni). Il 94% è di lingua madre italiana, il 9% tedesca e il 5% francese. Poco più della metà (55%9 vivono nella Svizzera italiana, il 38% in quella di lingua tedesca, il 16% in quella di lingua italiana e una persona nella Svizzera di lingua romancia.
La tutela dell’italiano
Nel contesto del plurilinguismo elvetico e della tutela dell’italiano – tema del Convegno a San Gallo – il sondaggio mette in luce una (seppur cauta) soddisfazione per il lavoro della RSI nella valorizzazione della lingua di Dante quale nazionale ma anche il desiderio (espresso da oltre il 50% dei rispondenti) che sia fatto di più per gli italofoni oltralpe. Il dato è interessante, soprattutto se si considera che oltre la metà di chi ha risposto alle domande poste dalla CORSI ha dichiarato di risiedere nella Svizzera italiana.
Com’è la qualità e l’offerta della RSI?
È un giudizio positivo quello che riguarda la qualità dell’informazione della RSI, con il 44% dei rispondenti che segnalano un miglioramento del servizio pubblico dei media di lingua italiana; inoltre, oltre tre quarti delle risposte pervenute enfatizzano la capacità della RSI di rivolgersi a un pubblico generico. Tuttavia, non manca chi ha espresso una valutazione più negativa – il 22% delle risposte indica un peggioramento della qualità dell’informazione della RSI e il 17% denuncia troppa attenzione a un pubblico anziano.
Volgendo lo sguardo all’offerta televisiva della RSI, quest’ultima risponde in modo positivo alle aspettative degli ascoltatori in termini di ricchezza e varietà di programmi, mentre si segnalano giudizi meno omogenei per quanto riguarda la radio. Circa il 25% delle oltre 150 persone che hanno partecipato al sondaggio auspicano che l’offerta radio sia più ricca e varia. Altra riflessione riguarda PlaySuisse - piattaforma di streaming in cui trovare serie, film e documentari di tutte le regioni linguistiche svizzere sottotitolati in tutte le lingue nazionali, che offre il meglio di quanto prodotto da RSI, SRF, RTS e RTR. Ne fa suo solo un terzo di chi ha risposto.
Finalità del servizio pubblico mediatico e il canone
Nel suo sondaggio, la CORSI ha anche voluto cogliere quale debba essere, per il pubblico, la finalità del servizio pubblico mediatico: oltre tre quarti delle risposte indicano che tale finalità debba essere “formare cittadini (educare e diffondere la cultura” e “informare i cittadini”, e circa l’80% di chi ha risposto è d’accordo / molto d’accordo con la dichiarazione: “l’obiettivo del servizio pubblico radiotelevisivo non è di assecondare i gusti del pubblico ma di accrescerne la qualità anche a costo di perdere ascoltatori”.
In questa chiave può essere letto anche il sostengo di coloro che sono favorevoli al pagamento del canone, quest’ultimo definito da molti come un contributo per avere un servizio di qualità, anche se non mancano coloro che lo hanno definito come una “tassa”.
La CORSI
La scelta di farsi socio della CORSI viene spesso spiegata per “interesse” e “difesa” del servizio pubblico. Infatti, tra i soci corsi (il 37%) che hanno risposto in modo anonimo al sondaggio, ricorrono riflessioni sul ruolo della Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana quale “ponte tra la società civile e la RSI”: ad esempio, si legge: “sono socio per poter esprimere la mia opinione sui prodotti offerti e contribuire a scegliere le persone che si occupano dell'informazione”, “sono convinto che occorra sostenere questo ente fondamentale e far sì che mantenga la sua caratteristica di equilibrio tra voci, interessi e ambiti culturali (e politici) differenti”, e ancora “per essere informato su ciò che si muove all'interno della RSI, conoscere le valutazioni che vi vengono date, i temi proposti e se è il caso poter dire la mia”. I principali elementi di criticità riguardano il coinvolgimento del pubblico, giudicato insufficiente.
Valeria Camia, collaboratrice Segretariato CORSI