Pier Paolo Pasolini? “Una persona generosa, vivissima e poliedrica, come uomo e come artista”. Così Vanni Bianconi, nuovo responsabile del settore Cultura RSI e poeta, descrive l’artista e intellettuale a cui la RSI – per celebrarne il centenario dalla nascita – dedica una serie di appuntamenti radio, tv e web, che culmineranno nella serata speciale del 3 marzo in diretta su LA2 (riguardabile su Play RSI). Bianconi racconta alla CORSI come è nata l’iniziativa e qual è la sua idea di cultura per il servizio pubblico.
Il 3 marzo alle 20.40 su LA2 è in programma una serata speciale dedicata a Pier Paolo Pasolini a cento anni dalla nascita: da quale punto di vista sarà osservata la figura di Pasolini e su quali temi e aspetti si metterà l’accento?
“Pasolini rappresenta un caso raro, quello di un artista capace di passare, con esiti di massimo livello, dalla poesia, dialettale e in lingua, alla narrativa, a vari tipi di saggistica, e al cinema, ma occupandosi pure di pittura, teatro e musica. Questo è stato un grande stimolo per pensare al nostro speciale, ma presentava anche il rischio della dispersione e del ripiego biografico, per questo abbiamo cercato un taglio tematico il più preciso possibile, che come una lama sottile ci permettesse di toccare i vari ambiti della sua creazione senza sbavature, in modo coeso.
La serata, intitolata “Pasolini, voce corsara”, si concentra sul rapporto di Pasolini con l’oralità, intesa come lingua dialettale e vernacolare nella scrittura, il romanesco dei romanzi e di alcuni film (tra l’altro, vernacoli che Pasolini non parlava e sono quindi ideali o immaginari almeno quanto sono mimetici), e più in generale la lingua viva, marginale e centripeta, in opposizione tanto alla tradizione normalizzante e nazionalizzante petrarchesca quanto al linguaggio omologante dei media”.
Come si svolgerà l’evento e quali ospiti interverranno?
“I nostri ospiti ci accompagneranno sul filo del taglio che ho descritto: il poeta Fabio Pusterla ci parlerà delle molteplici scritture di Pasolini; l’attore e regista Ascanio Celestini, che al momento sta girando l’Italia con il monologo Museo Pasolini, delle dimensioni orali e performative; infine l’attrice Silvia Gallerano porterà un brano di un monologo, La merda, che rimpasta elementi tematici e linguistici, tanto colloquiali quanto poetici, pasoliniani in chiave contemporanea.
In studio ci sarà anche la cantante Pilar, che eseguirà dei brani musicali scritti da Pasolini, o per Pasolini, come Il mio primo incontro con Pier Paolo Pasolini di Giovanna Marini.
Dopo le conversazioni, il cinema, con la proiezione dello straordinario mediometraggio La ricotta, e del documentario RSI Confessioni di un poeta (1967) che ci porta a casa di PPP, a incontrare lui e le persone a lui vicine”.
Come è nata l’idea di questa serata evento?
“È nata innanzitutto dall’amore per l’opera e per la figura di Pasolini, ma anche dalla curiosità per l’interesse che Pasolini continua a suscitare, a livello mondiale, in ambiti e per motivi molto diversi – questo per esempio pare un momento in cui Pasolini suscita un’influenza maggiore sugli artisti visivi internazionali che non sugli scrittori di lingua italiana. Alcune di queste altre dimensioni di Pasolini, artista e uomo, verranno trattate sulle nostre reti radio e sul digitale a partire da sabato fino al giorno dell’anniversario, il 5 marzo”.
Per che tipo di pubblico è pensata?
“Per chi ha voglia di leggere il presente attraverso l’opera di chi l’ha visto nascere, e ha avuto la lucidità e il coraggio di lottarci corpo a corpo mentre il nostro presente, bebè terribile, muoveva i suoi primi, inesorabili passi.
Sarà una serata di approfondimento, ma su una persona generosa, vivissima e poliedrica, come uomo e come artista, e che verrà raccontata da chi si fa contagiare da queste qualità: la immagino quindi una conversazione colloquiale e rilassata su cose importanti, che toccano tutti, ancora oggi, specialmente oggi, solo che Pasolini le aveva toccate con mano e gli aveva dato voce, tra i primi, un po’ di tempo fa”.
Sono previste altre serate evento dedicate a temi culturali?
“Sì, alcuni speciali nei prossimi mesi, in attesa di lanciare un nuovo magazine culturale televisivo”.
Tu sei entrato in carica dall’inizio del 2022 in qualità di responsabile del settore Cultura, su quali aspetti intendi puntare maggiormente per sviluppare l’offerta culturale della RSI?
“Ho sempre vissuto la cultura come un reticolo di filamenti infiammabili che attraversano in un istante il mondo intero, come pure il passato, il presente e il futuro, e in un altro istante ti riportano al tempo e al luogo di partenza, ma trasformato. Questa è una delle percezioni che voglio portare all’interno della proposta culturale RSI, approfittando della passione e della competenza dei miei nuovi colleghi, come pure del fatto che la Svizzera italiana è una terra di transiti e di creazioni che si ramificano tanto sul territorio quanto a livello globale, in un andirivieni continuo. È proprio nella tensione, dinamica e mai risolta, tra il distante e il ritorno, e tra l’arrivo e il locale, che riconosco una vitalità e una costante della nostra regione e un’occasione per le nostre offerte”.
Secondo te, come si può valorizzare e incrementare l’importante ruolo di mediazione culturale svolto dal servizio pubblico?
“Proseguendo con l’immagine precedente, senza paura di scottarsi, ma invece con il desiderio di fare da mediatore-catalizzatore, dando spazio a chi fa cultura sul territorio, a chi ricrea il territorio arrivando da altrove, a chi parte da qui e chi è di passaggio, senza limitarsi, come mediatori, a un ruolo descrittivo di commento ma invitando le persone a raccontarsi in presa diretta, a condividere gli strumenti del loro mestiere, e portando gli esiti del loro lavoro al pubblico.
Questi spunti sui contenuti si accompagnano, come sempre, a spunti sulle forme, in questo caso i modi di impostare e declinare l’offerta in base ai vari vettori – radio tv e digitale, lineare e on demand – di modo da poter toccare i pubblici giusti con i contenuti adatti”.
In generale, quale tipo di cultura dovrebbe offrire il servizio pubblico?
“Ogni tipo di cultura, se viva e necessaria, interrogando di volta in volta il contesto e la narrazione che permettano di portarla al pubblico nel modo più diretto, coinvolgente e completo possibile”.
Giorgia Reclari Giampà, segretariato CORSI