Volto noto del giornalismo sportivo ticinese in tv, ex tennista di alto livello, Serena Bergomi in luglio volerà in Nuova Zelanda per seguire la Nazionale rossocrociata ai Mondiali di calcio femminile. Un evento – ci ha raccontato – che vive con grande entusiasmo e un settore, quello del calcio femminile, che sta acquisendo sempre maggiore visibilità, anche grazie alle reti SSR.
Oggi ti conosciamo come volto e voce di diverse trasmissioni sportive RSI, ci puoi raccontare qual è il tuo percorso professionale?
“Prima di approdare in RSI ho lavorato per 8 anni a Teleticino, dal 2011 al 2019 (i primi due anni come praticante). In realtà ci sono arrivata un po’ per caso perché quell’anno avrei voluto frequentare un master in giornalismo sportivo promosso da Eurosport a Madrid. Per potermi iscrivere dovevo aver svolto tre mesi di stage in una redazione. Così ho iniziato lo stage a Teleticino. Alla fine però purtroppo il master a Madrid è stato cancellato, ma per fortuna nel frattempo mi avevano chiesto di rimanere a Teleticino. Poi nel 2019 sono passata alla RSI”.
Prima di essere giornalista, sei stata anche una tennista a livello agonistico. Quanto la tua esperienza di sportiva d’élite ti ha influenzata nelle tue scelte professionali e quanto ancora oggi ti aiuta nel tuo lavoro?
“Tantissimo. La mia esperienza tennistica (e in generale il fatto di aver praticato sport a livello agonistico) mi aiuta in ogni campo. Il detto secondo cui lo sport è una scuola di vita sarà anche scontato, ma è assolutamente vero! In più io sono cresciuta in una famiglia in cui alla televisione si guardava praticamente solo sport. Già da piccola mi piaceva molto parlare e quindi ho pensato di collegare il piacere della comunicazione con lo sport. Naturalmente commentare il tennis è quanto mi riesce meglio e quanto mi piace di più, perché mi viene naturale. Riesco inoltre bene a entrare in sintonia con giocatori e atleti perché capisco come si sentono, come vivono le varie situazioni”.
In che cosa consiste il tuo lavoro alla RSI?
“Il programma cambia di continuo, non ho mai due settimane uguali e questo lavoro dinamico mi piace molto. Ci sono comunque dei punti fissi, come Infonotte sport oppure Sportsera. In entrambi i casi si lavora dal pomeriggio per allestire una scaletta e preparare i temi insieme alla redazione. Poi c’è la domenica sportiva e tutto il mondo live, con le dirette, le interviste, i commenti, le notizie. Non sono pochi i compiti e le mansioni, ma è molto interessante”.
L’aspetto che ti dà maggiore soddisfazione?
“Tolta la cronaca del tennis, che resta nettamente in cima alla mia classifica, direi il fatto di seguire un progetto o un evento dall’inizio alla fine, concretizzando un’idea. Per esempio, per i prossimi Mondiali femminili di calcio gestirò lo studio sul posto, creando vari contributi”.
Come hai anticipato, fra pochi giorni sarai in Nuova Zelanda per seguire i Mondiali di calcio femminile, che vede il ritorno della Svizzera. La RSI come seguirà l’evento?
“Andremo sul posto, seguiremo l’evento per la radio, la tv e il web. Io gestirò lo studio, che si occuperà di prepartita, pausa e postpartita. Quindi avremo le dirette della Svizzera (almeno le prime tre e speriamo almeno una quarta). Il fatto che la Nazionale svizzera si sia qualificata per i Mondiali ha messo in moto tutta la macchina organizzativa SSR e ci permetterà di coprire l’evento, anche se, essendo dall’altra parte del mondo, gli orari per la Svizzera saranno piuttosto proibitivi!
Però, anche in vista degli Europei 2025 che ospiteremo in casa, questi sono passi importanti per “educare” il pubblico al calcio femminile, che è diverso dal calcio maschile. Quindi è giusto far vedere e cominciare a far apprezzare gli sforzi di queste ragazze”.
Ritieni che le grandi manifestazioni internazionali di sport femminile siano allo stesso livello di quelle maschili o c’è ancora differenza (nell’organizzazione, nello spazio sui media, nel pubblico…)
“No, è tutta un’altra cosa, non si può paragonare. C’è sempre più seguito da parte del pubblico ma bisogna ancora abituarsi alle differenze, che nel calcio e nell’hockey sono nette. Invece nel tennis, nella pallavolo o nello sci non più, al punto che in pratica non si parla di tennis femminile o tennis maschile, è tennis e basta. Anche i premi nei grandi slam sono uguali. Sicuramente calcio e hockey sono gli sport più penalizzati”.
Si parlerà di questi aspetti durante i Mondiali?
“Ci concentreremo soprattutto sugli aspetti sportivi, ma non si potrà ignorare la situazione generale, anche tutti i contributi che ho fatto finora ne parlano, seppure in modo indiretto. Cercheremo di raccontare un po’ anche il contesto: come i paesi ospitanti vivono l’evento, com’è lì la situazione del calcio femminile”.
Personalmente, come vivrai questa esperienza?
“L’unica cosa che mi preoccupa è…la temperatura! Là sarà inverno. Per il resto non vedo l’ora di vivere questa esperienza, sono davvero entusiasta!”
Giorgia Reclari Giampà, segretariato SSR.CORSI