Lo sport l’ha seguito, praticato, scritto e poi parlato. David Conti, giornalista sportivo RSI, ama raccontare storie e far vivere emozioni agli ascoltatori. In luglio sarà in Giappone per i Mondiali di nuoto. Lo abbiamo incontrato prima della partenza per conoscerlo e scoprire qualche dettaglio sul suo lavoro.
Qual è il tuo percorso di studi e professionale?
“La passione per lo sport è nata quando ero bambino, seguivo le partite con il bloc-notes e la matita sempre in mano e segnavo le ammonizioni, i goal. Avrei dovuto giocare a calcio ad alto livello, ma mi sono infortunato e ho dovuto smettere. Però mi è rimasta la passione per lo sport. Mentre studiavo ho svolto uno stage alla RSI, durante il quale ho conosciuto un giornalista sportivo della Regione. Così ho iniziato a seguire il calcio regionale per il quotidiano. Sono poi stato assunto al Giornale del Popolo, dove sono rimasto qualche anno e da lì sono arrivato alla RSI, dieci anni fa. Da allora, tranne per un breve periodo iniziale in TV, ho lavorato sempre in radio”.
Come hai vissuto il passaggio dal giornalismo scritto a quello parlato?
“Sono due modi molto diversi di informare su fatti ed eventi. Forse, per quanto riguarda i resoconti degli eventi, sul giornale si ha più spazio per inserire dettagli e approfondimenti, mentre in radio spesso bisogna condensare tutto in un minuto. Invece le cronache in diretta alla radio danno grande soddisfazione perché fanno vivere emozioni forti sia al commentatore che al pubblico”.
Come si impara a commentare in diretta un evento sportivo?
“In realtà non c’è un metodo da imparare, si acquisisce sul campo. Fa parte del nostro mestiere, siamo giornalisti 24 ore su 24, anche quando siamo a casa seguiamo i social, leggiamo notizie, parliamo con la gente. Così si acquisisce materiale da utilizzare durante le dirette. Alla radio l’importante è non fare mai pause e riuscire a raccontare qualcosa in più oltre all’azione in campo”.
Alla fine di luglio sarai a Fukuoka in Giappone, per seguire i Mondiali di nuoto: che cosa ha in programma la RSI?
“Sono previste le dirette televisive, con le interviste post gara. Per la radio invece realizzeremo tre contributi al giorno. Io lavorerò anche per il teletext e per il Web. Seguiremo in prevalenza Noè Ponti, ma l’idea è raccontare anche storie e personaggi, oltre ai risultati delle gare. Personalmente cerco sempre di dare all’ascoltatore qualcosa in più oltre alla semplice cronaca, raccontando storie o trasmettendo emozioni”.
Quali sono gli sport che segui abitualmente? C’è anche il nuoto?
“Il nuoto non è tra gli sport che ho praticato o che ho seguito per lavoro (cioè soprattutto il calcio o lo sci), ma trovo che questo sia anche un aspetto positivo, perché spinge a informarsi, prepararsi. Occuparsi qualcosa di nuovo è molto stimolante. È da settimane che seguo le notizie del nuoto, gli atleti sui social, tutto ciò che riguarda questo mondo. È la prima volta che la radio RSI segue sul posto una competizione internazionale di nuoto. Lo facciamo per dare visibilità al ticinese Noè Ponti (analogamente a quanto fatto per altri atleti ticinesi, come Ajila del Ponte)”.
Giorgia Reclari Giampà