Ha seguito tantissimi derby per la RSI ma se deve scegliere tra Ambrì e Lugano sceglie.. la qualità dei giocatori. Giampaolo Giannoni, redattore sportivo, seguirà come da tradizione anche la Coppa Spengler, che - dice - "è come il panettone, a Natale non può mancare". Quest'anno compie 100 anni e la RSI la servirà con una ricetta speciale.
Come sei arrivato al ruolo di redattore sportivo alla RSI?
“Ho iniziato collaborando con il Giornale del Popolo mentre studiavo all’università a Zurigo. Erano gli anni Novanta e c’erano ancora tante squadre ticinesi di calcio, hockey e basket che giocavano in Serie A e in serie B, quindi c’era bisogno di collaboratori che seguissero le partite in trasferta. Io ho studiato Economia e Storia, ma avevo già la passione per il giornalismo. Dopo qualche tempo, al GdP mi hanno chiesto di lavorare in redazione la domenica, un giorno impegnativo per lo sport. Poi anche il lunedì. Infine mi hanno assunto, ma dopo un anno sono passato alla RSI. Era il ’97 e il capo dipartimento sport allora era Maurizio Canetta. Oggi sono un redattore esperto, collaboro con varie trasmissioni, seguo principalmente hockey e sci, ma mi occupo anche di calcio e altri sport”.
Qual è il tuo rapporto con l’hockey?
“Non ho mai giocato attivamente, ma sono membro di Comitato dell’HC Chiasso, dove gioca mio figlio, e del Comitato della federazione ticinese di hockey. È uno sport che ho sempre seguito, mi piace molto anche essere vicino al settore giovanile, veder crescere i ragazzi”.
Quanti derby hai seguito?
“Non li ho contati, ma posso dire che ne ho vissuti tantissimi a bordo pista, dove ho realizzato le interviste ai giocatori. È tutto un altro modo di vivere le partite rispetto a quando si commentano dalla tribuna, si vivono di più le emozioni del gioco”.
È cambiato il modo di vivere le emozioni con il tuo lavoro?
“Tutti noi arriviamo a fare questo lavoro perché siamo appassionati di sport, fin da bambini ci piace andare allo stadio, seguire le competizioni dal vivo. Però quando te ne occupi per lavoro scopri che cosa c’è davvero dietro quello che vedi: il tifoso vive solo le emozioni, reagisce e commenta ‘di pancia’, mentre come giornalista conosci l’impegno che c’è nella preparazione da parte dei giocatori e degli atleti e hai un altro atteggiamento, più professionale. Questo si riflette nel modo di raccontarlo. È chiaro che noi dobbiamo trasmettere le emozioni e giudicare gli sportivi, se sbagliano lo diciamo, ma dobbiamo anche tenere sempre a mente il grande lavoro che c’è dietro ogni risultato”.
Ambrì o Lugano, si può dire?
“Assolutamente no. Sono tifoso del Chiasso! Poi in generale devo dire che noi giornalisti guardiamo la qualità dei singoli giocatori, indipendentemente dalla maglia che indossano. Alcuni magari li abbiamo visti crescere fin da quando erano bambini e alla fine non importa se indossano la maglia del Lugano o dell’Ambrì, importa come sono in campo”.
Come è stato vissuto all’interno della redazione il cambiamento di palinsesto dovuto alla perdita dei diritti di trasmissione delle partite di National League?
“Nonostante la situazione, la RSI non si è dimenticata del suo pubblico e ha continuato a offrire ai tifosi il miglior prodotto possibile in questa situazione. Abbiamo continuato a proporre le sintesi di Ambrì e Lugano, diamo in chiaro i gol di tutte le partite, in radio vengono trasmesse le dirette quando giocano le ticinesi e poi è nata la trasmissione di commento e approfondimento “That’s Hockey”. Continuiamo a fare quello che facevamo prima, anzi addirittura abbiamo ampliato l’offerta”.
Dal 26 al 31 dicembre a Davos si svolgerà come ogni anno la Coppa Spengler, che tu seguirai. Che cosa rappresenta per la RSI e per il pubblico?
“La Coppa Spengler è come il panettone: una tradizione natalizia che non può mancare! Una volta era l’unico hockey trasmesso in diretta dalla RSI, con squadre di altri paesi che non si vedevano mai in televisione. Ora sono cambiati i tempi, ma la festa è rimasta. Poi c’è tutto il contesto che è molto apprezzato, le splendide immagini delle montagne, la pista, la presenza delle squadre ticinesi”.
Quest’anno la competizione compie 100 anni, è previsto un programma particolare alla RSI?
“Senza voler svelare troppo, posso dire che seguiremo tutte le partite in diretta e quando giocherà l’Ambrì avremo anche le interviste ai giocatori. Inoltre siamo andati a Davos per realizzare dei servizi particolari in occasione dei 100 anni, ne abbiamo preparati anche alcuni sull’Ambrì. Un altro appuntamento speciale è in programma il 30 dicembre a mezzogiorno: per la prima volta si giocherà una partita femminile Ambrì-Davos e anche per questa occasione abbiamo preparato dei servizi di approfondimento”.
Giorgia Reclari Giampà, Segretariato SSR.CORSI