Appassionata di sport fin da bambina, Debora Carpani, redattrice tv RSI, ama soprattutto vivere (e far vivere) tutte le emozioni delle cronache in diretta. Da Budapest racconterà ogni giorno gare, storie e aneddoti dei Mondiali di atletica.
Qual è il tuo percorso personale e professionale e come sei diventata redattrice sportiva alla RSI?
“Tutto ha avuto inizio nel 2002, quando ho cominciato a collaborare con Radio Ticino durante i Mondiali di calcio: davo aggiornamenti delle partite in diretta. Dopo uno stage estivo, ho continuato ad andare a Radio Ticino nel mio tempo libero, dopo la scuola, per imparare il mestiere. Poi ho iniziato a collaborare con il Corriere del Ticino (seguivo il Bellinzona) e alla fine sono arrivata alla RSI, dove ho seguito inizialmente il calcio regionale e man mano mi sono occupata un po’ di tutto…ma sempre in ambito sportivo”.
Che rapporto hai con lo sport?
“Sono sempre stata appassionata di sport, ho praticato atletica, tiro sportivo, sci (non competitivo) e hockey. In famiglia seguivamo moltissimo sport in tv e anche allo stadio. Non mi vedo a fare nient’altro, è proprio la mia passione!”
Qual è il tuo ruolo attuale alla RSI e quali sport segui?
“Quando è stato lanciato il primo sito internet della RSI, ho lavorato nella redazione web per le notizie di sport. Negli anni poi ho fatto un po’ di tutto: radio, tv, multimedia. Ora sono in prevalenza redattrice tv: realizzo servizi, cronache, interviste e lavoro in regia (soprattutto per lo sci)”.
Che cosa ti piace di più del tuo lavoro?
“Preparare e svolgere le cronache in diretta. Fin da piccola ho sempre detto che avrei voluto essere Emanuela Gaggini (nota giornalista sportiva della RSI, ndr.). Amo raccogliere i dati, informarmi, leggere, scoprire storie sugli atleti, sugli sport, ma anche sui luoghi in cui si svolgono le competizioni. Si impara sempre moltissimo. Poi spesso non riesco a dire nemmeno la metà delle cose che mi sono preparata perché non c’è abbastanza tempo! Anche il momento della diretta mi piace tanto, amo raccontare, vivere le emozioni e l’adrenalina della competizione”.
Che rapporto hai con atleti e giocatori che segui per lavoro?
“Credo non si debba mai avere un rapporto di amicizia troppo stretto, anche se non è sempre facile. Questo per poter mantenere una certa oggettività nel valutare le prestazioni. Comunque, prima di dare giudizi affrettati provo sempre a immedesimarmi nella situazione della persona, cercando di comprendere le vere ragioni che l’hanno portata ad avere un risultato positivo o negativo. Spesso ci sono motivazioni mentali o fisiche delle quali gli atleti stessi non vogliono parlare perché non vogliono cercare scuse. È sempre difficile giudicare e se hai un rapporto stretto con l’atleta lo è ancora di più”.
In occasione dei recenti Mondiali di calcio femminile è nato un dibattito sulla conduttrice tedesca, che ha commentato le partite in diretta ed è stata oggetto di commenti negativi, soprattutto sui social. Tu ti occupi in prevalenza di pattinaggio, atletica e sci, discipline nelle quali l’equilibrio di genere è praticamente una realtà. Ma dalla tua esperienza, esistono ancora delle differenze di genere per quanto riguarda il mondo dello sport e quello del giornalismo sportivo?
“Spesso ciò che viene rimproverato alle donne che commentano eventi sportivi è il tono di voce troppo alto. Devo dire che è l’unica osservazione che accetto. Per il resto le giornaliste donne si preparano altrettanto se non di più degli uomini. Una certa disparità, comunque, si percepisce: a me capita spesso di lavorare insieme a un collega uomo, soprattutto quando seguo l’atletica, e vedo come tutti si rivolgono principalmente a lui per dare o chiedere informazioni. Invece per quanto riguarda i riscontri dal pubblico non noto differenze (a parte che ogni tanto mi fanno i complimenti per come ero vestita o truccata piuttosto che per quello che ho detto…). Certo, come hai detto tu ho la fortuna di commentare sport in cui uomini e donne gareggiano insieme e non c’è una differenza di valutazione e visibilità”.
Tra poco sarai inviata a seguire i Mondiali di atletica a Budapest. Come sarà presente la RSI? C’è qualche novità rispetto alle passate edizioni?
“I Mondiali tornano in Europa dopo le scorse edizioni di Doha ed Eugene (negli USA), dove avevamo proposto solo cronache in diretta. Quest’anno durante le sessioni serali ci sarà anche Ellade Ossola che si collegherà per interviste e altri contributi. Io mi occuperò invece di tutte le dirette”.
Come si svolge il tuo lavoro sul campo?
“Siamo in tribuna stampa ed è bellissimo, perché l’atletica è una disciplina che vissuta dal vivo è completamente diversa rispetto alle immagini trasmesse in tv. Sul posto hai una visione d’insieme del campo, puoi raccontare molte più cose: segui gli atleti che si preparano, tieni d’occhio gli svizzeri e i ticinesi, hai un’idea più completa della situazione. A Budapest poi l’ambiente sarà molto bello perché lo stadio sarà sicuramente pieno di spettatori. Ci sarà sempre qualcosa da vedere e da raccontare. Inoltre, prima delle gare andremo nella zona di riscaldamento e allenamento, per parlare con gli atleti, vedere come stanno, come sono le dinamiche. Il fatto di essere sul posto dà l’opportunità di far sentire lo spettatore lì con te e mostrare anche la dimensione umana degli atleti. Non vedo l’ora!”.
Giorgia Reclari Giampà, segretariato SSR.CORSI